La storia della redenzione nel libro di Ebrei
Ebrei insegna un netto contrasto tra le realtà dell’antica alleanza e i simboli della nuova alleanza. Nell’antica alleanza, la legge e le sue cerimonie erano un’ombra delle “cose buone” che sarebbero venute. Riflettevano solo la realtà delle “cose celesti” (raffigurate dalle frecce unidirezionali che si “intromettevano” nell’antica alleanza). L’inaugurazione della nuova alleanza è descritta come un cambiamento nel sacerdozio e nella legge che comporta un cambiamento nella realtà, grazie alla croce di Cristo. Dopo l’opera di Cristo nella nuova alleanza, la realtà celeste (il monte Sion, la Gerusalemme celeste) non solo si “intrufola” nella storia, ma i cristiani partecipano effettivamente a questa nuova realtà (le frecce ora vanno in entrambe le direzioni!) perché le “cose buone” sono finalmente arrivate, attraverso Cristo nella sua morte, risurrezione e ascensione. I cristiani vivono in un’epoca semi-celestiale (o semi-escatologica: “già, ma non ancora”), mentre nell’antica alleanza con le sue leggi, norme e regolamenti, le persone non potevano partecipare pienamente alle “cose celesti”. Sebbene ora i credenti partecipino alla realtà celeste (escatologia inaugurata), solo nell’età a venire (escatologia consumata) il popolo di Dio realizzerà pienamente il suo riposo sabbatico.
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A. A. Hoekema. La Bibbia e il futuro. Caltanissetta: Edizioni Alfa e Omega, 2016.
Tematiche: Teologia biblica
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